L'ansia è uno stato psichico di un individuo caratterizzato da una sensazione di intensa preoccupazione o paura relativa a uno stimolo ambientale specifico, associato a una mancata risposta di adattamento da parte dell'organismo in una determinata situazione, che si esprime sotto forma di stress per l'individuo stesso.

 

 

Disturbo di Panico

 

Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, il Disturbo di Panico è rappresentato dalla manifestazione di Attacchi di Panico caratterizzati da paura e disagio intensi, durante il quale almeno quattro dei seguenti sintomi si sono presentati in maniera improvvisa ed in pochi minuti:
• Palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia
• Sudorazione
• Tremori fini o a grandi scosse
• Dispnea o sensazione di soffocamento.
• Sensazione di asfissia.
• Dolore o fastidio al petto.
• Nausea o disturbi addominali.
• Sensazioni di vertigine, di instabilità, di “testa leggera” o di svenimento.
• Brividi o vampate di calore.
• Parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio).
• Derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi).
• Paura di perdere il controllo o di “impazzire”.
• Paura di morire.
In seguito ad almeno uno degli attacchi di panico si è presentato per almeno un mese uno o entrambi i seguenti sintomi:
• Preoccupazione persistente per l’insorgere di altri attacchi o per le loro conseguenze
• Significativa alterazione comportamentale correlata agli attacchi.
L’alterazione non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza (per es., una droga, un farmaco) o di un’altra condizione medica (per es., ipertiroidismo, disturbi cardiopolmonari, un altro disturbo mentale).

 

Disturbo d’Ansia Generalizzato

 

Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, il Disturbo d’Ansia Generalizzato è caratterizzato da ansia e preoccupazione eccessive per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi che l’individuo ha difficoltà a controllare e che si associano ad almeno tre dei sei seguenti sintomi:
• Irrequietezza, o sentirsi tesi/e, “con i nervi a fior di pelle”.
• Facile affaticamento.
• Difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria.
• Irritabilità.
• Tensione muscolare.
• Alterazioni del sonno (difficoltà a addormentarsi o a mantenere il sonno, o sonno inquieto e insoddisfacente).
Tale sintomalogia causa significativo disagio e/o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o altre importanti aree e non è determinata dagli effetti di una sostanza (per esempio una droga, un farmaco) o di un’altra condizione medica (per es., ipertiroidismo o un altro disturbo menale).

 

Fobia Specifica, Agorafobia e Fobia Sociale (o Disturbo d’Ansia Sociale)

 

Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, la caratteristica principale della Fobia Specifica è la paura o ansia marcate verso un oggetto o situazione specifici (per es., volare, altezze, animali, ricevere un’iniezione, vedere il sangue). Nei bambini, la paura o l’ansia possono essere espresse con pianto, scoppi di collera, immobilizzazione o aggrappamento.
Tale situazione od oggetto provocano quasi sempre immediata paura o ansia e vengono attivamente evitati, oppure sopportati con paura o ansia intense.
La paura o l’ansia si presentano in maniera sproporzionata rispetto al reale pericolo rappresentato dall’oggetto o dalla situazione.
Tale sintomatologia è persistente, dura per almeno 6 mesi causando significativo disagio o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o altre aree importanti e non è dovuto ad un altro disturbo mentale.
Possono essere considerate fobie specifiche, sebbene rappresentino diagnosi distinte, anche l’Agorafobia (cioè l’ansia relativa al trovarsi in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile fuggire oppure nelle quali potrebbe non essere disponibile soccorso nell’eventualità che si sviluppino sintomi simili al panico o altri sintomi invalidanti o imbarazzanti) e la Fobia Sociale (o Disturbo d’Ansia Sociale, cioè la paura o ansia marcate relative a situazioni sociali nelle quali l’individuo è esposto al possibile giudizio degli altri).

 

Disturbo Post-traumatico da Stress

 

Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, il Disturbo Post-Traumatico da Stress è caratterizzato da paura intensa, sentimenti di impotenza o di orrore (agitazione nei bambini) che si sviluppano in seguito all’esposizione ad un evento traumatico nel quale la persona ha vissuto, ha assistito o si è confrontata con eventi che hanno implicato morte, o minaccia di morte, o gravi lesioni, o una minaccia all’integrità fisica propria o di altri.
Tale evento traumatico viene rivissuto persistentemente in almeno uno dei seguenti modi:
• ricordi spiacevoli ricorrenti e intrusivi dell’evento, che comprendono immagini, pensieri, o percezioni (nei bambini piccoli si possono manifestare giochi ripetitivi in cui vengono espressi temi o aspetti riguardanti il trauma)
• sogni spiacevoli ricorrenti dell’evento (nei bambini possono essere presenti sogni spaventosi senza un contenuto riconoscibile)
• agire o sentire come se l’evento traumatico si stesse ripresentando, per esempio con sensazioni di rivivere l’esperienza, illusioni, allucinazioni, ed episodi dissociativi di flashback, (nei bambini piccoli possono manifestarsi rappresentazioni ripetitive specifiche del trauma)
• disagio psicologico intenso all’esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che richiamano in qualche aspetto l’evento traumatico
• reattività fisiologica a fattori scatenanti interni o esterni che richiamano in qualche aspetto dell’evento traumatico.
Caratteristici del disturbo sono anche l’evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma e l’attenuazione della reattività generale (non presenti prima del trauma), come indicato da almeno tre dei seguenti elementi:
• sforzi per evitare pensieri, sensazioni o conversazioni associate con il trauma
• sforzi per evitare attività, luoghi o persone che evocano ricordi del trauma
• incapacità di ricordare qualche aspetto importante del trauma
• riduzione marcata dell’interesse o della partecipazione ad attività significative
• sentimenti di distacco o di estraneità verso gli altri
• affettività ridotta (per es., incapacità di provare sentimenti di amore)
• sentimenti di diminuzione delle prospettive future (per es. aspettarsi di non poter avere una carriera, un matrimonio o dei figli o una normale durata della vita).
Inoltre, associati al disturbo sono presenti Sintomi persistenti di aumentato arousal (non presenti prima del trauma), come indicato da almeno due dei seguenti elementi:
• difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno
• irritabilità o scoppi di collera
• difficoltà a concentrarsi
• ipervigilanza
• esagerate risposte di allarme
La durata dei sintomi suddetti è superiore a 1 mese e causa disagio significativo o menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo o altre aree importanti

 

Disturbo Ossessivo-Compulsivo

 

Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, il Disturbo Ossessivo-Compulsivo è caratterizzato da ossessioni o compulsioni.
Le ossessioni sono pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e persistenti, vissuti come intrusivi o inappropriati, causano ansia o disagio marcati, non sono semplicemente eccessive preoccupazioni per i problemi della vita reale e la persona tenta di ignorarli o di sopprimerli o neutralizzarli con altri pensieri o azioni riconoscendo che sono un prodotto della propria mente (e non imposti dall’esterno come nell’inserzione del pensiero).
Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi (per es., lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (per es., pregare, contare, ripetere parole mentalmente) che la persona si sente obbligata a mettere in atto in risposta ad un’ossessione o secondo regole che devono essere applicate rigidamente e sono volti a prevenire o ridurre il disagio o a prevenire alcuni eventi o situazioni temuti; comunque questi comportamenti o azioni mentali non sono collegati in modo realistico con ciò che sono designati a neutralizzare o a prevenire, oppure sono chiaramente eccessivi.
In qualche momento nel corso del disturbo la persona ha riconosciuto che le ossessioni o le compulsioni sono eccessive o irragionevoli
Le ossessioni o compulsioni causano disagio marcato, fanno consumare tempo (più di 1 ora al giorno) o interferiscono significativamente con le normali abitudini della persona, con il funzionamento lavorativo (o scolastico) o con le attività o relazioni sociali usuali.
Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco), di una condizione medica generale o di un altro disturbo mentale.