Il pensiero è considerato una delle più alte funzioni cognitive della mente.
Il termine pensiero deriva dal latino pensum, participio del verbo pendere cioè pesare.
Il pensiero è quell’attività psichica che permette la valutazione della realtà e la formulazione di giudizi. Il pensiero ha la funzione di mettere in ordine i dati informativi, attraverso processi di associazione, correlazione, integrazione, astrazione e simbolizzazione.
Memoria e affettività sono le due attività indispensabili al processo del pensiero.
Attraverso il pensiero formiamo idee, concetti, immaginazioni, desideri, critiche, giudizi.
È possibile distinguere due tipi di disturbi del Pensiero:
- Disturbi formali del Pensiero
- Disturbi del contenuto del Pensiero
Disturbi formali del pensiero
I disturbi formali del pensiero sono rappresentati da quelle alterazioni nell’esplicazione del pensiero e possono essere prevalentemente di questo genere:
Deragliamento del pensiero:
riduzione o perdita dei comuni nessi associativi tra le singole idee. E’ un pensiero “sconnesso”, “frammentario”, “bizzarro”, in cui le associazioni mentali si susseguono l’una all’altra. Il flusso delle idee può arrivare in casi più gravi ad essere completamente incomprensibile per cui si manifesta una disgregazione totale del corso del pensiero, e quindi del linguaggio, in frammenti sconnessi, fugaci, accostati tra loro in modo apparentemente casuale. In particolare possono comparire nel linguaggio:
- fusioni: concetti insensati risultanti dalla condensazione di due o più idee diverse;
- iperinclusioni: inserimento, nel corso di un discorso logico, di un concetto non appropriato o collegato solo marginalmente;
- neologismi: creazione di nuove parole;
- simbolismo: il paziente non usa più le parole nel significato comune, bensì con un senso personale, talora difficilmente comprensibile dagli altri;
- criptolalia e criptografia: come conseguenza del simbolismo e dei neologismi, il linguaggio e la scrittura possono risultare incomprensibili, fino ad arrivare alla cosiddetta “insalata di parole”.
Illogicità:
è un pensiero che ha perso le caratteristiche di logicità o procede secondo altre logiche non condivisibili che non conducono a conclusioni comprensibili.
Accelerazione del flusso delle idee:
le idee sono accelerate e si sovrappongono senza concludersi; si manifesta solitamente con logorrea, frasi incomplete e frammentarie. Può giungere alla cosiddetta “fuga delle idee”, in cui compaiono solo associazioni superficiali che non viene più guidato dal raggiungimento di una meta, che viene persa di vista e si modifica continuamente.
Rallentamento del flusso delle idee:
il pensiero è faticoso, frenato da pause, monotematico, può giungere all’arresto del flusso, con inibizione del pensiero e blocco dell’eloquio.
Blocco del pensiero:
interruzione del corso delle idee. Il soggetto, nel bel mezzo di un discorso, ammutolisce: il blocco può durare da pochi secondi a molti minuti; se e quando il paziente riprende il discorso, le idee non si legano più a quelle precedenti e si sviluppano su un tema (apparentemente) diverso.
Perseverazione:
viene descritta come un “girotondo ideativo” senza elaborazione e conclusione, per la tendenza alla ripetizione stereotipata degli stessi pochi contenuti, che si impongono costantemente e ruotano nella testa, anche in risposta a stimoli diversi.
Tangenzialità:
è una modalità di risposta non diretta (risposte di traverso), collegate solo marginalmente o per nulla con il tema della domanda stessa. A differenza del deragliamento, compare nell’ambito di un colloquio sovente fatto di domande e risposte.
Prolissità (circostanzialità):
pensiero pedante, ampolloso, che raggiunge la meta in modo esitante e indiretto, a causa dell’interferenza di dettagli secondari, irrilevanti, che però non possono essere tralasciati dal paziente, per l’incapacità di distinguere l’essenziale dal superfluo, e finiscono per pregiudicare la linearità del discorso.
Concretismo:
carenza o mancanza della capacità di operare concettualizzazioni di varia natura e livello.
Impoverimento:
pensiero limitato quantitativamente e qualitativamente; il soggetto, in rapporto a una progressiva riduzione della capacità ideativa, parla poco, adoperando frasi semplici e brevi e sovente solo se sollecitato.
Disturbi del Contenuto del Pensiero
Ideazione prevalente o dominante:
un’idea o un insieme di idee, sostanzialmente di per sé normali, vengono privilegiate, rispetto agli altri contenuti mentali, in relazione alla forte carica emotiva collegata.
Ideazione interpretativa:
pensiero che utilizza gli elementi della realtà con associazioni che avvengono secondo illazioni; più frequentemente si esprime con tendenza all’autoriferimento.
Ideazione ossessiva (anancastica):
pensiero che assedia la coscienza del soggetto, si impone contro la sua volontà e lo vincola a una lotta inesauribile, sebbene egli continui a ritenere tale pensiero come qualcosa di assurdo.
Ideazione delirante:
caratteristica delle forme psicotiche, è una convinzione personale non fondata sulla realtà, che scaturisce da un pressante bisogno interiore e a cui il paziente aderisce in modo assoluto e senza possibilità di critica.
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