La percezione è la presa di coscienza dei dati sensibili del nostro mondo, dell’ambiente e del proprio corpo, attraverso processi di selezione, codificazione, strutturazione, riconoscimento e attribuzione di significato.
L’attività percettiva è parte integrante delle funzioni cognitive, emozionali e comportamentali: origina dalla sensazione, vale a dire la modificazione che l’oggetto imprime agli organi sensorialie procede attraverso un meccanismo complesso di rielaborazione e sintesi psicologica.
Bisogna distinguere la sensazione dalla percezione: la sensazione è legata alla ricezione (in primis attraverso i 5 organi di senso, vista, udito, olfatto, gusto, tatto) degli stimoli sensoriali provenienti dall'esterno; la percezione invece corrisponde all'elaborazione delle semplici informazioni sensoriali in una forma più complessa.
DISTURBI DELLA PERCEZIONE
I disturbi della percezione originano da alterazioni che interferiscono con il processo percettivo nel suo insieme o in uno qualsiasi dei suoi passaggi. Possiamo distinguere:
- Illusione: è caratterizzata da una percezione sensoriale distorta di uno stimolo esterno realmente presente. Queste distorsioni della percezione, che comunque di solito si presentano come qualcosa di estraneo, di abnorme, possono interessare soggetti sia sani sia con patologie; possono sparire o modificarsi in rapporto all’attenzione e allo stato emotivo da cui derivano.
- Pseudoallucinazione: è rappresentata da una dispercezione percepita come interna al soggetto, con caratteri di particolare intensità e pervasività; generalmente è di tipo visivo (“immagini a occhi chiusi”) o uditivo (“voci interne, nella testa”). Contrariamente all’allucinazione, quindi, non è proiettata nello spazio esterno: da questo punto di vista può essere considerata come una forma particolare di rappresentazione mentale. Non ha un significato patognomonico, potendo presentarsi sia in condizioni normali sia in un ampio spettro di disturbi psichiatrici, in concomitanza con modificazioni del tono dell’umore particolarmente intense e repentine.
- Allucinosi: fenomeni analoghi alle allucinazioni, per i caratteri di fisicità (sono comunque, generalmente, meno strutturate) e di proiezione esterna, ma attivamente criticate dal soggetto. Diversamente dalle pseudoallucinazioni, hanno quasi sempre un significato patologico.
- Allucinazione: percezione sensoriale in assenza di oggetto, vissuta con netta rilevanza e precisa localizzazione nello spazio, non criticata dal soggetto. Alle allucinazioni sono applicabili, quindi, le stesse caratteristiche fondamentali del delirio, vale a dire: l’assoluta certezza soggettiva, l’impossibilità dell’esperienza, la non influenzabilità e correggibilità, nonché, di solito, il carattere autocentrico (nelle allucinazioni il paziente è protagonista, a differenza delle allucinosi, in cui di solito è spettatore “neutrale”).
I fenomeni allucinatori si possono riscontrare, oltre che in tutti i tipi di condizione psicotica, anche nell’ambito di patologie su base organica e possono essere indotti da sostanze esogene di natura tossica.
Classificazione delle Allucinazioni
Possono essere distinte in base a:
Forma:
- allucinazioni semplici o elementari: suoni, rumori, luccichii;
- allucinazioni complesse: oggetti, parole, frasi, persone.
Stato del soggetto:
- fisiologiche: sonno, dormiveglia, eidetismo;
- patologiche: psicotiche, stati confusionali, uso di sostanze.
Modalità di manifestazione:
- uditive: per esempio il paziente sente rumori, suoni, fruscii, voci
- visive: per esempio il paziente vede figure ottiche elementari come lampi, luci, e bagliori o complesse come persone, animali, cose o scene; possono essere statiche o in movimento, colorate o in bianco e nero, di dimensioni reali o alterate (rimpicciolite o ingrandite); possono avere un contenuto più o meno coinvolgente o indifferente rispetto al comportamento del paziente; possono a loro volta distinguersi in:
- voci imperative: danno al soggetto incarichi o ordini; talora forniscono al soggetto consigli o lo mettono in guardia o gli impediscono azioni;
- colloquio di voci: voci di più persone, riconosciute o meno dal soggetto, dialogano fra di loro, parlando o meno del paziente;
- commento degli atti: alcuni pazienti sentono persone che parlano di loro (li sbeffeggiano o li minacciano); talvolta possono “udire” rimproveri o insulti rivolti nei loro riguardi;
- eco del pensiero: i propri pensieri vengono “sonorizzati”, detti da altri.
- olfattive: il paziente percepisce odori non reali ma frutto del propria mente;
- gustative: il paziente percepisce sapori non reali ma frutto del propria mente;
- tattili: il paziente si sente toccare o bruciare; possono accompagnarsi a allucinazioni visive, come nel caso delle “allucinazioni microzooptiche” del delirium tremens, in cui il soggetto vede e si sente addosso piccoli animali generalmente repellenti (insetti, ragni, scarafaggi, topi, ecc.);
- cenestopatiche: dispercezioni allucinatorie di trasformazione o possessione del corpo.
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